mercoledì 29 febbraio 2012

AAA: Dove sono finiti i Delta V?


Avevo appena compiuto 12 anni (era il giugno 2001) quando rimasi folgorato da Un'estate fa dei Delta V, gruppo fondato Carlo Bertotti e Flavio Ferri, fra i più sottovalutati della nostra scena musicale. Così diversa dall'originale di Michael Fugain, riproposta in italiano da Franco Califano e interpretata, tra gli altri, da Mina. Una rilettura rispettosa del passato, in quanto l'album da cui è tratta, Monaco '74, è un chiaro omaggio alle sonorità del periodo che vengono però modernizzate con un occhio al futuro tra campionature di synth, elettronica ed ammiccamenti alla lounge.

Il trip-hop easy-listening del pezzo si fonde con un arrangiamento curato ed accattivante che attinge a piene mani dal funk e dalla techno, nobilitandoli. La voce di Gi Kalweit, col suo accento americano dal tono quasi snob, riesce a dare all'intera produzione un gusto internazionale.


Dall'album furono tratti altre due godibilissimi singoli che impazzavano nel mio stereo: Numeri in mia vita e Un colpo in un istante. Entrambi sulla stessa scia del primo estratto, sembrano la perfetta colonna sonora di una spy-story. Un lavoro che merita d'essere riscoperto ed ascoltato con attenzione, a mio parere una delle migliori produzioni italiane del periodo.

A riascoltare questi pezzi mi torna l'amaro in bocca per la loro uscita dalle scene, fra l'indifferenza totale del pubblico, a seguito della pubblicazione di altri due album di scarso successo, Le cose cambiano (2004) e Pioggia.Rosso.Acciaio (2006), con la vocalist Francesca Touré.

Lancio ufficialmente un S.O.S.: aiutatemi a ritrovare i Delta V!!!


martedì 28 febbraio 2012

"Carmen", nuovo singolo per Lana Del Rey


Torna a far parlare di sé Lana Del Rey dopo il debutto di successo nelle classifiche di tutto il mondo dell'album Born to die e la conquista del BRIT Award come "rivelazione internazionale dell'anno".

La cantautrice statunitense ha lasciato intendere tramite la sua pagina ufficiale Facebook che il prossimo estratto dall'album sarà la bellissima Carmen, degna erede delle sonorità malinconiche e dimesse di Born to die.


Il fan site italiano della Del Rey afferma che il nuovo singolo è destinato al mercato europeo mentre agli Stati Uniti toccherà Blue jeans, già b-side del primo singolo Video gamesSi va quindi sul sicuro puntando su uno dei pezzi già conosciuti prima della release del disco. Una scelta che mi lascia perplesso vista la quantità di ottime tracce presenti nella tracklist.

I due video andrebbero a concludere la "trilogia" del regista Yoann Lemine inaugurata con Born to die.

Qualche settimana fa Lana è stata ospite dell'Amoeba di Hollywood, uno dei più grandi negozi di dischi d'America, per allietare il pubblico con varie esecuzioni acustiche rigorosamente live (nonostante le critiche piombatele addosso dopo le performances al Saturday Night Live). Vi propongo Without you che compone, con la sopracitata Carmen e Summertime sadness, la mia "trilogia" di favorite dell'album.


PERLE DA TELEFILM: Wye Oak - Civilian (da "The Walking Dead")


Lo ammetto: non sono un fan dei telefilm. Questo perché mi riesce molto difficile accettare la serialità e in generale gli appuntamenti a lunga scadenza. Devo ammettere però che molti telefilm hanno il pregio di dare spazio, tra i sottofondi e i titoli di testa e coda, a piccole perle che le radio e gli altri canali mainstream difficilmente prenderebbero in considerazione.

E' questo il caso di Civilian dei Wye Oak, duo indie-folk-rock del Maryland, formato da Jenn Wasner (voce e chitarra) e Andy Stack (voce, tastiere e batteria). Tratta dal quarto omonimo lavoro del gruppo, uscito nel 2011, la traccia è stata utilizzata nella seconda stagione di The walking dead (QUI tutti i dettagli sulla serie televisiva).

Civilian ha la capacità di sembrare eterea nonostante il tappeto musicale "nudo e crudo" che si caratterizza per l'alternanza del ritmo sincopato folk alle distorsioni grunge. E' la voce androgina della Wasner a creare il punto di forza del brano, l'atmosfera immateriale, sospesa che diventa psichedelica man mano che scorrono i secondi. 


lunedì 27 febbraio 2012

SONG OF THE WEEK: Gotye - Eyes wide open


La sua Somebody that I used to know (in duetto con la neozelandese Kimbra Johnson) sta spopolando in tutto il mondo. Lui è Gotye (Wouter Wally De Backer), belga naturalizzato australiano che il 20 marzo pubblicherà il suo terzo album, Making mirrors, anche in Italia.

L'ho ascoltato qualche mese fa, rimanendo piacevolmente colpito dall'impressione che le tracce fossero dodici piccole colonne sonore, per cui nelle prossime settimane lo recensirò. Nel frattempo godetevi la mia canzone preferita del disco: Eyes wide open.


RECENSIONANDO: Birdy - Birdy (2011)



Ascoltando il suo album di debutto dal titolo omonimo (uscito nel novembre del 2011 in Regno Unito ed Irlanda) fatico a credere che Birdy abbia solo quindici anni. Sarà che in Italia a causa dei talent show siamo abituati ormai ad ascoltare la stessa stupida canzoncina d'amore sofferto copiata e passata da una voce all'altra ogni anno, ma trovarmi di fronte ad un album pop-folk di qualità sfornato da una ragazzina mi fa ben sperare nel futuro della musica anche se difficilmente passerà dal Belpaese.

C'è comunque da tener conto che, sebbene lei suoni e canti con maestria, questo primo lavoro è composto quasi interamente da cover quindi è d'obbligo avere delle riserve sul prosieguo artistico di questa giovane scoperta britannica riuscita a battere diecimila artisti nel 2008, a soli dodici anni, trionfando nella prima edizione dell'Open Mic UK, una delle competizioni live più importanti e seguite del Regno Unito, ottenendo un contratto discografico con la Warner Music.

L'album si apre con 1901, un brano ridondante e di poche pretese che nonostante evochi colori ed atmosfere alla Joni Mitchell o Natalie Merchant, un vanto se si pensa che l'originale dei Phoenix attinge ad un banale e trito synthpop quasi da filler, non spinge a proseguire nell'ascolto. Tuttavia fermarsi qui sarebbe uno spreco e lo testimoniano le due tracce successive.


La prima è Skinny love, una cover di Bon Iver, scelta come singolo di debutto della giovanissima artista, in cui mette in mostra il registro medio-alto rimasto in ombra nell'apripista e ad essere sinceri rende più riconoscibile l'età. Un timbro fresco, ancora immaturo, che si muove con disinvoltura e slancio impulsivo fra le note. Il talento c'è e ha voglia di farsi ascoltare, di conquistare l'orecchio.


La bomba non tarda ad arrivare e s'intitola People help the people. Birdy si appropria di un brano dei Cherry Ghost, band indie-rock inglese, e lo trasforma, migliorandolo. La canzone è sgrezzata, privata di un arrangiamento da garage e sporco che la rendeva troppo simile ad un sound da cliché, ormai troppo abusato nella musica anglosassone e a mio parere anonima. La ragazzina incontra l'Amanda Palmer straziante di Have to drive e offre una perla di rara bellezza per questo periodo storico musicale. Parte con la voce mozzafiato e quasi in bilico, tornata a scavare fra i bassi con timbro impastato e vibrato da brividi, accompagnata dal piano in stile dream-pop ed è subito magia. La seconda parte, in cui entrano chitarra e batteria, ci fa tornare sulla Terra rendendo la ballad meno esclusiva ed intimista ma si rimane comunque su alti livelli grazie soprattutto al bridge emozionale sorretto da un arco che s'inserisce solitario nell'arrangiamento.

Si prosegue poi con White winter hymnal (originale dei Fleet Floxes), altro brano totalmente rinnovato e rinfrescato i cui primi minuti riportano alla mente Halo, hit di Beyoncé. La traccia si lascia ascoltare piacevolmente, malgrado la cadenza ritmica un po' pedante presa in prestito dalle down-tempo r'n'b, grazie alla durata brevissima. Una toccata e fuga. The district sleeps alone tonight dimostra invece come si possa dare anima ad un esperimento senza verve nato con un arrangiamento quasi a 8-bit (ascoltare i The Postal Service per credere) e a renderlo comunicativo.

I'll never forget you rende giustizia alla versione di Francis and the Lights. Birdy si traveste da Antony Hegarty e commuove cantando un piccolo capolavoro crepuscolare su pochi semplici accordi di pianoforte prima di tornare a melodie meno intense e più mainstream con Young blood. La canzone è carina ed orecchiabile, quasi di Coldplayiana fattura, ma meno coinvolgente dell'originale dei The Naked and Famous.


Shelter, stranamente scelto come secondo singolo estratto, suona subito come la sorella minore, o copia sbiadita che dir si voglia, di People help the people. Uno dei pezzi meno convincenti dell'album tanto da abbandonare la mente dopo un unico ascolto. Non si può dire lo stesso di Fire and rain, indimenticabile perla di James Taylor. La ragazzina non ha, per forza di cose, il trasporto malinconico di Taylor che racconta il suicidio di un'amica e il superamento della depressione e della tossicodipendenza ma propone una versione rispettosa e pulita quasi a voler omaggiare l'icona senza troppa invadenza.


Relegato ingiustamente al penultimo posto in tracklist Without a word, l'unico brano scritto di proprio pugno da Jasmine van den Bogaerde (questo il nome della cantautrice in erba). Bellissimo e struggente, tratta il tema d'amore con lucidità, senza patetismi, come vissuto da una donna adulta e disillusa. Una maturità compositiva e di intenti che lascia spiazzati.

A chiudere una splendida carta d'identità è Terrible love dei The National, l'ultima possibilità per farsi trascinare dalla nostalgia del sentimento che lascia l'amaro in bocca. Birdy saluta il cuore dell'ascoltatore con passione e lascia nelle orecchie e nella mente la voglia di impostare la modalità replay e riascoltare altre cento volte ogni singolo brano.

domenica 26 febbraio 2012

L'inizio.

Perché non apri un blog?
Quante volte mi è stata posta questa domanda? Non saprei quantificare ma finalmente anche per me è arrivata l'ora di gettarsi nella rete dei blogger e mettere nero su bianco le mie "creative ossessioni".


Qual è lo scopo del blog?
Parlare di musica. Sono nato e cresciuto con la musica, vivo sempre a contatto con essa e non potrei parlare d'altro con la stessa passione. Qui inserirò le mie recensioni, posterò video/canzoni che ritengo interessanti, commenterò notizie succose, proverò ad intervistare qualche giovane artista, darò modo di aprire un dibattito sulla musica... sperando di trovare qualche seguace.


Mettiamoci all'opera!